Incontri – IV
Stupidamente non aveva riempito la borraccia alla fontanella. Pedalava da tre ore e ottanta chilometri, il sole era una palla di fuoco che occupava mezzo cielo, e per via dell’aria e della disidratazione quel poco che sudava gli si asciugava addosso all’istante.
Non era ancora allo stremo ma era provato; immaginava di aver passato la metà del periplo dei colli ma non voleva sapere quanto ancora restasse. A un certo punto, però, la testa gli si fece leggera e dovette accostare sotto i rami di un faggio.
Sedeva a rifiatare con la schiena contro il tronco quando, nello spingere lo sguardo lontano, intravide una figuretta che s’avvicinava lenta lenta. Fu solo dopo un pezzo che vi distinse un vecchio in canottiera, ingobbito e sciancato, che avanzava sulle stampelle con un tutore per ginocchio. Era paonazzo, con il viso contratto per la sofferenza, e quando pencolò a destra verso la deviazione che sotto il sole saliva ripida all’eremo, pensò di domandargli se avesse bisogno d’aiuto. Non fu abbastanza lesto: un secondo più tardi, un anziano in camicia azzurra e paglietta tirò i freni della vecchia bici e ne smontò alla bersagliera: – Ohi Nino tutto bene?
Nonostante il dialetto stretto, comprese che il poveretto peregrinava ogni giorno da casa all’eremo e non aveva alcuna intenzione di rinunciare nonostante i quaranta gradi e il chilometro e mezzo di salita. Quando l’anziano cedette e infine lo salutò raccomandandogli di riguardarsi, e il vecchio riattaccò a testa bassa il suo martirio, allora anche lui si mise in piedi e uscì dall’ombra. Pochi minuti più tardi, quel signore di buone maniere gli raccontava di come Nino fosse stato un marittimo, e che da quando la moglie era morta non aveva mai mancato un giorno, neve pioggia sole o grandine che fosse.
– L’hanno sepolta lassù? – domandò.
L’anziano scosse la testa e si asciugò il volto con un fazzoletto. – Gli comunicarono che Angela era in agonia al largo di Cipro. Sale a ringraziare San Giacomo perché Dio gli ha concesso di tornare in tempo per baciarla e stringerla mentre se ne andava.
Ciò detto, l’anziano si calcò la paglietta in testa, levò un palmo calloso a mo’ di saluto, e riprese la sua strada.
Pochi minuti più tardi anche lui rimontò in sella: strinse i denti, si calcò il cappello in testa, e riprese a pedalare incurante dello sfinimento.
…to be continued.
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