La regina
Tirò a sé il lenzuolo e vi si avvolse. Lo sguardo le scivolò carico d’affetto sul corpo del marito, i polsi martoriati, le cicatrici sulle spalle, poi Kainene andò in bagno e aprì la doccia.
Le piaceva impastare i grandi seni sodi ereditati dalla madre, le capitava spesso di farlo sotto la doccia del mattino, e non vi era nulla di erotico, bensì un quieto riappropriarsi di sé dopo il sesso, dopo essersi ceduta, mischiata e forse anche un po’ confusa con lui, il suo sudore, il suo respiro e il suo bel corpo. Dai seni le mani scesero sui fianchi, sfiorarono il ventre sterile, una lacrima o due si stemperarono nell’acqua e un minuto più tardi già si strofinava col telo, fresca e purificata, pronta per la preghiera.